Il legame tra Unione Europea e Nigeria in tema di contro-terrorismo

La Nigeria è considerata come uno degli Stati più popolosi del continente africano. Secondo gli ultimi dati, infatti, “entro il 2050, la Nigeria diventerà il terzo Paese più popoloso del mondo, con oltre 400 milioni di abitanti.”1

Se in un primo momento, l’Unione Europea si è interessata poco della questione relativa al suolo africano, se non per vie accessorie mediante il finanziamento di progetti che hanno aiutato a far crescere la notorietà del “continente nero”, a partire dal 2022, l’Unione Europea ha iniziato a farsi notare. In particolare, soprattutto per cercare di limitare la propria dipendenza dalle materie minerarie prime russe, – dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino – l’Ue ha cominciato a farsi sempre più strada, guardando proprio alla Nigeria. Secondo il rapporto di AfricaNews, “L’Unione europea (UE) sta corteggiando il primo fornitore africano di gas naturale liquefatto, la Nigeria, per diversificare le proprie fonti di approvvigionamento di gas.”.2  Nonostante gli importanti rapporti tra UE e Nigeria, sul piano delle risorse energetiche, resta irrisolta la questione inerente al forte flusso migratorio, che parte dalla Nigeria, talvolta scaturito dal fenomeno terroristico autoctono: Boko Haram.

Boko Haram è un gruppo terroristico che nasce come gruppo antisistema, con l’obiettivo di diffondere la pratica ed il pensiero salafita in Nigeria ed imporre una più estesa islamizzazione della popolazione nigeriana. Attraverso i suoi leader, – Muhammad Yusuf prima e Abubakar Shekau poi – il gruppo ha adottato numerose tattiche terroristiche in diverse aree del territorio nigeriano, imponendo la propria versione della sharia e rifiutando apertamente l’autorità della repubblica laica nigeriana, struttura politica ereditata dal colonialismo britannico osteggiata simbolicamente nell’esercizio del diritto all’istruzione pubblica.3  

Il gruppo terroristico è stato fondato con un duplice scopo; oltre a quello nazionale (che comprende, a sua volta, sia uno religioso sia politico), vi è quello internazionale, ovvero esso mira ad eliminare ogni forma di influenza occidentale.4

In tema di contro-terrorismo, l’Unione Europea è stata considerata come la principale donatrice del progetto biennale (2014-2016), meglio noto come: “EU-Nigeria-UNODC-CTED Partnership Project II: Assisting Nigeria to strengthen rule of law-based criminal justice responses to terrorism”.5 Sulla base di un budget di 4’500’000 di euro, l’Unione europea ha finanziato l’UNODC (United Nations Office on Drugs and Crimes) con l’obiettivo di “supportare la Nigeria per consegnare i terroristi alla giustizia e impedire che vengano commessi atti terroristici, attraverso misure di giustizia penale basate sullo stato di diritto e di giustizia penale contro il terrorismo, basate sullo Stato di diritto e sul rispetto dei diritti terrorismo”.6

Secondo il rapporto conclusivo, la missione è risultata “efficiente”7, in quanto essa ha dato un valore appropriato alla somma di denaro spesa, per le varie attività svolte. In più, i risultati sono stati importanti, date le risorse umane e finanziarie che sono state adottate per il progetto.” Oltre ad essere stata efficace, il progetto è stato definito “efficace”8, siccome le attività pianificate sono state sempre più implementate e gli obiettivi raggiunti.”9

Sulla stessa linea del progetto precedente, l’Unione Europea ha continuato a fornire fondi – fino al 7 novembre 2022 – per il supporto alla legge nigeriana, nel contrasto al fenomeno terroristico Boko Haram. Attraverso il supporto dell’ufficio dell’UNODC (tramite il CTED, il Direttorato Esecutivo del Contro-Terrorismo) e l’ONSA (il Consulente per la Sicurezza Nazionale), l’Unione Europea ha deciso di continuare il partenariato, con la missione “EU-Nigeria-UNODC-CTED Partnership Project III”.10

Secondo una dichiarazione dell’UNODC, in merito alle tre missioni che hanno portato alla collaborazione euro-nigeriana,” In tutte e tre le fasi del progetto, l’UNODC ha realizzato un totale di 323 attività di capacity building e assistenza tecnica, in cui ha fornito una formazione approfondita a più di 7.765 funzionari della giustizia penale, tra cui investigatori, consulenti legali, avvocati difensori, procuratori e giudici su un’ampia gamma di questioni di giustizia penale legate al terrorismo.”11 In questo modo, sono state rafforzate “la capacità professionali e la tecnica dei funzionari della giustizia penale nigeriana, fornendo istruzioni approfondite e orientate alla pratica su come condurre indagini e procedimenti antiterrorismo efficaci in un contesto sensibile ai diritti umani e al genere”.12 Ciò ha portato a processo più di tremila casi di persone accusate di terrorismo, di cui seicentocinquanta condannate in via definitiva.

Il progetto europeo, condiviso con l’UNODC, ha determinato, al livello sociale, una spinta alla lotta al terrorismo; attraverso il sostegno della popolazione nigeriana, è stato possibile alimentare, gradualmente, la forte lotta nei confronti del fenomeno terroristico prevalente. Secondo il pensiero della ricercatrice presso l’Istituto Giudiziario Nazionale, Comfort Olubo Umaru, “l’UNODC ha puntato sull’elemento umano. L’attenzione allo sviluppo delle capacità dei professionisti nigeriani locali è il risultato più importante. I programmi di formazione hanno registrato una grande affluenza, una partecipazione attiva e, con il tempo, un impatto notevole e molto visibile sul modo in cui si opera nel settore della giustizia.”13

Dopo la fine del progetto, conclusosi nel 2022, l’Unione Europea ha intenzione di rinnovare il progetto per il 2023. L’obiettivo, in collaborazione con UNODC, UNDP, UNICEF e IOM è quello di risolvere le problematicità legate allo sviluppo nella zona nordorientale del Paese, “ma anche garantire che il sistema di giustizia penale continui ad affrontare efficacemente la minaccia terroristica e a sostenere l’attuazione della visione strategica dell’UNODC per la Nigeria, soprattutto in relazione alla protezione di donne e bambini dalla violenza sessuale e di genere e dallo sfruttamento.”14

Marco De Sivo per la Rivista Osservatorio Istituzionale-Centro Studi d’Europa, identificata dall’ISSN 2785-2695 e iscritta nel registro dei periodici con Decreto del Tribunale di Roma n.44 del 29 marzo 2022.

1) A. S. Barrile, “Nigeria, terzo paese più popoloso del mondo entro il 2050”, AfricaRivista.it, 14 aprile 2022.

2) Redazione, “L’Unione europea corteggia la Nigeria per il suo gas naturale”, 14 aprile 2022.

3) M. De Sivo, “Il ruolo delle donne nel gruppo Boko Haram. Il “caso Chibok”, 31 marzo 2023.

4) Ivi.

5) UNODC, ” Final Independent Project Evaluation: EU-Nigeria-UNODC-CTED Partnership Project II: Assisting Nigeria to strengthen rule of law-based criminal justice responses to terrorism (GLOR35-Nigeria Segment), Maggio 2018.

6) Ivi

7) Ivi

8) Ivi.

9) UNODC, “EU-Nigeria-UNODC-CTED Partnership Project to Counter Terrorism and Violent Extremism Closes”, 14 novembre 2022

10) M. Iyorkegh, “EU, Nigeria’s Partnership Project On Counter Terrorism Ends”, Voice of Nigeria, 16 novembre 2022.

11) Ivi.

12) Ivi

13) Ivi.